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Le Sibille: Dalle origini del mito a Fermo Stella. Parte III: L'artista di Caravaggio in Valtellina

Fermo Stella

In mancanza di documentazione certa relativa alla data di nascita di Fermo Stella, grazie a informazioni desumibili dalla sua produzione, come iscrizioni presenti su alcuni affreschi di sua mano, è verosimile farla risalire agli anni ’90 del ‘400, a Caravaggio.

Il sostrato culturale-figurativo in cui l’artista si forma è quello costituito prevalentemente dalle opere quattrocentesche presenti nel suo territorio d’origine, così come da quelle di ambito bresciano, cremasco e lodigiano.

Se all’inizio del ‘500 l’artista è a Milano, presto si sposta in aree periferiche della Lombardia, in Valtellina in particolare, e nelle valli piemontesi.

Fermo Stella in Valtellina

La prima opera che documenta l’attività in Valtellina di Fermo Stella è l’ancona lignea nel santuario della Beata Vergine Assunta di Morbegno, realizzata, nelle parti lignee, dal maestro intagliatore Giovan Angelo del Maino. Tra il 1522 e il 1524 lavora alla decorazione dell’ancona Gaudenzio Ferrari, coadiuvato dal suo seguace e collaboratore Fermo Stella, impegnato qui come doratore e decoratore. Non è da escludere che i due artisti avessero collaborato già in precedenza, probabilmente presso il Sacro Monte di Varallo. Certamente Gaudenzio Ferrari lascia in eredità a Fermo Stella modi e cifre stilistici propri che, tuttavia, nelle opere posteriori di quest’ultimo, andranno gradualmente attenuandosi a vantaggio di una visione più popolare della figurazione, debitrice forse di fonti culturali meno aggiornate.

Ultimata l’ancona dell’Assunta, seguire le tracce di Giovan Angelo del Maino, chiamato al santuario della Madonna di Tirano per eseguire l’ancona dell’apparizione, ci consente di inseguire anche Fermo Stella, anch’egli di fatto presente nel santuario. Proprio nella basilica il pittore di Caravaggio ci lascia la sua prima testimonianza figurativa valtellinese, il dipinto raffigurante la Resurrezione dei figli di Christien Peterfeit di Bressanone e di Giovanni Rodio di Innsbruck, per il quale è avanzata una datazione attorno al 1525.

Nel giro di pochi anni, Fermo Stella è attivo a Poggiridenti, a Sondalo e a Teglio.

Nell’oratorio di Gesù Cristo Salvatore di Poggiridenti realizza l’affresco della facciata, sotto il portico d’ingresso. In particolare la figura di san Rocco – che assieme a san Sebastiano e ad altri santi accompagna la Vergine in trono col Bambino – ci svela il recupero, da parte dell’artista, del cartone utilizzato per questo santo, riproposto poi, identico, nel San Lorenzo di Teglio.

Nel 1527 Fermo Stella è a Sondalo: solo un frammento dell’affresco raffigurante un gentiluomo in ginocchio presentato alla Madonna con il Bambino dalla santa titolare sopravvive sulla parete destra della navata centrale della chiesa di Santa Marta.

Tra il 1526 e il 1528 Fermo Stella è attivo a Ponte.

L’ultima opera valtellinese del pittore è la decorazione ad affresco del presbiterio della cappella di San Lorenzo commissionata dalla famiglia Besta di Teglio e datata 27 giugno 1528 come ricorda la targa dipinta dallo Stella.

Al pittore sono attribuite anche la tela raffigurante la Adorazione di Gesù Bambino da parte della Vergine e dei santi Gottardo, Giacomo, Filippo e Rocco nella chiesa parrocchiale di Santa Maria a Torre di S. Maria, un fregio in palazzo Juvalta Cima a Teglio, così come la tela con Madonna, Santi e i committenti, dell’ancona d’altare nella seconda cappella di destra nella chiesa parrocchiale di Tovo di S. Agata.

Nel 1530 il pittore risulta ancora residente a Morbegno; località che lascerà a breve, definitivamente, per un breve rientro a Caravaggio prima, e per un successivo capitolo nel torinese e in Valsesia.

Già le opere valtellinesi testimoniano come i legami con Gaudenzio Ferrari siano ormai un lontano ricordo. Soluzioni altalenanti dal punto di vista qualitativo, a volte con una forte componente votiva o con composizioni sgrammaticate, già manifestano la tendenza ad un allontanamento dai modi gaudenziani per un ritorno, invece, ad arcaismi riferibili a elementi lombardi ancora tardo quattrocenteschi o dei primi anni del secolo. Il riuso di cartoni e invenzioni concorre forse a questo ritorno a un modo pittorico popolare, ancora vicino a quello tardomedievale.


Bibliografia

M.L. Bertoletti, A. Corbellini, Ponte – Il borgo e i suoi dintorni, Biblioteca Comunale “Libero della Briotta”, Ponte in Valtellina 2014.

Z. Birolli, Fermo Stella, in “Estratto da I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo – volume secondo”, Poligrafiche Bolis, Bergamo 1976.

Fermo Stella e Sperindio Cagnoli seguaci di Gaudenzio Ferrari – Una bottega d’arte nel Cinquecento padano, a cura di G. Romano, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2006.

Il Medioevo e il primo Cinquecento, a cura di S. Coppa, Bergamo 2000, ad indicem.

Pittura in Alto Lario e in Valtellina dall’Alto Medioevo al Settecento, a cura di M. Gregori, Milano 1995, p. 23 scheda di A. Rovetta su Felice Scotti; pp. 249-250 schede di E. Bianchi su Fermo Stella.

M. Rossi, Disegno storico dell’arte lombarda, Vita e Pensiero, Milano 2005.

Guida turistica della provincia di Sondrio, Banca Popolare di Sondrio, Sondrio 2000.

M. Rossi, A. Rovetta, Pittura in Alto Lario tra Quattro e Cinquecento, Milano 1988, ad indicem.


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